giovedì 20 giugno 2013

Cronache dal fronte - Episodio II

Eccomi di nuovo qui a scrivere il resoconto di questi giorni di caos totale.

Il divano dello studio è ormai divenuto il mio habitat, ci passo la metà delle mie giornate; ho scoperto che è un comodissimo poggia-terga e, peraltro, sa confortarmi come nessun'altro nella preparazione dei miei esami. Lui mi capisce, mi supporta e mi coccola. Non grugnisce se io inizio a urlare in cinese perchè non mi ricordo qualcosa o perchè sono stufa di questo caldo asfissiante che ha attaccato Milano.
Vi lascio una diapositiva della stanza in cui sto passando le mie giornate: 


Ieri pomeriggio, ad esempio, sono stata rintanata nello studio dalle 15 alle 19: era il grande giorno dello smontaggio della mia vecchia camera. Un po' di malinconia ha preso il sopravvento alla fine, poco prima che arrivasse l'ora X, ma quando ha suonato il citofono le mie antenne si sono rizzate: ECCO GLI OPERAI.
Ora, dovete sapere che nell'immaginario collettivo delle donne "l'operaio" è una specie di maschione superdotato, aitante e muscoloso, pronto ad appenderti a una parete come una mensola e frullarti fino a che dimentichi pure il tuo nome.
Ecco.
Non dico che mi asettassi chissà quale sosia di Chris Evans, ma quantomeno non due esodati della Fabbrica Wonka. Sì, signori, perchè quelli giunti in casa mia non potevano essere altro che Oompa Loompa.


Dopo che i suddetti impiegati della Fabbrica Di Cioccolato, tra mille peripezie, sono riusciti a smontare tutto, ciò che mi si è presentata davanti è stata una stanza vuota, stuprata e irriconoscibile.
"Grande scoperta hai fatto", direte voi; e avete ragione, ma lo shock è stato notevole.
Senza soffermarmi sui buchi alle pareti, vi dirò solo che il parquet è un'invenzione del demonio e perde colore se viene coperto: ergo, sul pavimento della stanza ora vi è una perfetta planimetria del vecchio mobilio. Mi auguro che il tappeto con cui abbiamo intenzione di coprire il danno sia abbastanza grande.

Ultima immagine con cui voglio lasciarvi è la spartana sistemazione che mi sono procurata per la notte: due materassi come giaciglio, una sedia come comodino e una simpatica lampada da scrivania che non vedeva l'ora di essere utilizzata come abat-jour di emergenza.


"Che desolazione", ha esclamato mia madre.
"Davvero vuoi dormire così?", ha chiesto mio padre.
"Spaccialo per Feng Shui", ha commentato un conoscente, esperto di design.
Qualunque sia la vostra opinione, la mia è che non ho mai dormito così comodamente in tutta la mia vita.

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