venerdì 27 gennaio 2012

Metti due donne e della cioccolata...

“Tesoro, mi accompagneresti in centro?”
“Ma non c’è lo sciopero dei mezzi?”
“Ho controllato, la metro funziona”
“Mmmm…ok. Dove vuoi andare?”
“A fare due passi”

Questa è stata la conversazione con cui stamattina Madre mi ha dato il buongiorno. Faceva freddo e non avevo voglia di uscire, ma l’alternativa era rimanere in casa studiare diritto commerciale – ergo, sono volata fuori.
E ho fatto bene.
Quell’angelo in terra che è la mia genitrice non mi ha portato a fare due passi, mi ha portato in paradiso: LA FIERA DEL CIOCCOLATO.

Un minuto di silenzio, in memoria della visione celestiale che ho avuto davanti.

Banchetti pieni di praline, tronchetti, tavolette e mini sculture di ogni tipo. Cioccolato bianco, fondente, al latte, con le nocciole, con i frutti di bosco, al pistacchio, alla fragola…
Ingrasso solo ripensandoci.
Io e Madre ci siamo aggirate tra gli stand a caccia di assaggini, riuscendo ad accaparrarci una quantità indicibile di arancia candita e baci al tartufo. Sì, siamo due scroccone coi fiocchi.
Dopo aver analizzato attentamente i prodotti, ci siamo decise ad acquistare giusto un paio di cose:
-          un martello di cioccolato fondente, per il povero padre che era al lavoro (il martello ha un significato profondo nella simbologia della nostra famiglia);
-          due etti di praline al rum ricoperte di finissimo fondente 80%, cui madre ha fatto la corte per una mattinata intera;
-          una stecca di cioccolato bianco al pistacchio, il mio personale peccato di gola.

Ora posso morire felice.

martedì 10 gennaio 2012

Così parlò l'uomo-pignatta

NOTA PER IL LETTORE: Questo post contiene acidità, insofferenza e un pizzico di frustrazione, derivanti da una serie di eventi che hanno travolto l'autrice nelle ultime settimane.
Buona lettura.


Oggi voglio soffermarmi su alcune espressioni che, per me, rappresentano delle vere idiosincrasie linguistiche. Mi riferisco soprattutto a frasi di circostanza che vorrei fossero estirpate da questo e da ogni  altro universo possibile.

"Ti vedo bene!"
Cosa mi stai cercando di comunicare? Che il mio aspetto non ti nausea? Che hai un'ottima vista? Che sembro sì un essere umano, ma non degno di un più sentito apprezzamento? Cosa???
Quando sento questa frase penso sempre che se TU, mittente, hai avuto la necessità di comunicarmi questo messaggio, probabilmente è perchè in un passato non troppo remoto NON MI VEDEVI BENE.
Insomma, è come se mi dicessi: "Ciao! L'ultima volta che si siamo visti eri un roito, ma ora sembri leggermente migliorata. Complimenti". Grazie.
Da evitare, almeno quanto "Sei davvero molto molto dimagrita dall'ultima volta! Stai benissimo!" - soprattutto se l'autostima dell'interlocutore è legata alla sua massa corporea.

"Non te la prendere, sto cercando di sdrammatizzare"
Se "me la sto prendendo", mi pare evidente che il tuo "sdrammatizzare" NON ERA RICHIESTO.

"Ma ora non abbatterti!".
Le circostanze che portano all'epifania di questa frase dovrebbero farne capire l'inutilità:
1) Tu mi vedi GIA' triste, per cui la tua frase non può sortire il suo effetto; apprezzo il pensiero, ma sarebbe stato meglio un "Dai, fatti passare questa tristezza e vieni a ubriacarti con me".
2) Tu PENSI che io sia triste, ma magari sto solo meditando sui problemi dell'umanità e/o non ho voglia di fare il pagliaccio Baraldi con te. Apprezzo di nuovo il gesto, ma fatti i cactus tuoi.
3) Tu ritieni sciocca la questione per cui io potrei rattristarmi, e cerchi di dissuadermi; non apprezzo il gesto e fatti i cactus tuoi.
Poi, "abbatterti"?? Sono forse un albero con istinti masochisti?

"Cribbio!".
Non commento, mi limito ad aborrire.

"Ti trovo in forma!"
NO.
"In forma". QUALE forma? Anche "rotondo" è una forma. Anche un dugongo ha una forma. Qualunque oggetto/persona/animale/pianta che abbia una consistenza solida ha una qualche dannatissima forma.
Poi, "mi trovi"? Perchè, secondo te mi stavo nascondendo? Purtroppo mi hai trovato, spero di essere più fortunata la prossima volta.

Finisce la mia top five di "Espressioni per cui il mio prossimo dovrebbe essere trasformato in una pignatta".
Consideratevi avvisati.