Finalmente è arrivato il momento che tanto aspettav(am)o: la fine di questi dannatissimi lavori.
Giovedì, all'alba delle 7:50, è suonato il citofono, annunciandoci l'arrivo degli operai.
Arrivo che, peraltro, ci ha colti del tutto impreparati, poichè li aspettavamo in tarda mattinata: io e mia madre eravamo ancora in pigiama, mio padre stava dormendo. Siamo riusciti in meno di 5 minuti a dare una parvenza di famiglia - Mulino Bianco, vestendoci con una velocità che avrebbe fatto impallidire Arturo Brachetti e spostando materassi, scatole, sedie e vestiti da una stanza all'altra praticamente volando.
Dopodichè, per me arriva l'ignoto: mi sono defilata, con la scusa di andare in università a studiare, e sono tornata alle cinque del pomeriggio, riuscendo a scansare per un pelo una sorta di tempesta monsonica che si è abbattuta su Milano all'improvviso.
Senza tediarvi ulteriormente, vi dirò che la mia nuova stanza mi piace tantissimo, è piena di mensole, ripiani e armadietti dove sistemare tutta la mia quintalata di roba - c'è talmente tanto spazio che mi avanza.
La scrivania è immensa, e ho persino una mensola dedicata quasi esclusivamente ai miei cd! Non vi nascondo che è la parte di cui vado più fiera, spero di riuscirla a riempire tutta entro la fine dell'anno.
La camera in generale non è enorme, ma tanto io passo la mia vita seduta sul letto, quindi sono soddisfatta.
Vi lascio con due foto significative: il "prima" e il "dopo" dell'operazione di svuotamento degli scatoloni.
Potete immaginare la faccia di mia madre quando è entrata e ha visto la stanza nel pieno marasma, ho temuto svenisse sulla soglia.